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Green building: dalla classe gold a quella nzeb

luigi castello • 12 agosto 2020




Conosciuta a livello internazionale con la locuzione inglese green building e parente stretta della Baubiologie (bioedilizia in italiano) di matrice tedesca, l’architettura ecosostenibile è la declinazione architettonica delle teorie sullo sviluppo sostenibile. Un nuovo modello di concepire gli spazi abitativi urbani ed extraurbani che, dai paesi del Nord Europa, dove si è inizialmente affermato (in particolare in Scandinavia e negli altri paesi baltici), si sta diffondendo anche presso le più restie popolazioni del Bacino del Mediterraneo.

Come suggerisce la stessa etimologia del termine, non si tratta di un vero e proprio stile architettonico, quanto piuttosto di un protocollo di realizzazione di edifici il cui precipitato a livello di effetti sull’ambiente sia quanto più possibile vicino allo zero.

Dunque, in discussione non sono tanto i principali modelli architettonici attualmente conosciuti e utilizzati, bensì gli elementi costitutivi degli stessi: materiali, tecniche, mezzi e strumenti adoperati per la costruzione degli edifici e per la progettazione dei loro interni.

La scelta dei materiali

Per un corretto approccio a un modello di architettura ecosostenibile, la chiave di tutto risiede in prima istanza nella scelta dei materiali di costruzione e nel loro utilizzo.

I materiali devono essere chimicamente stabili, atossici e non rilasciare sostanze nocive nell’organismo: e non parliamo solamente del più volte – a ragione – stigmatizzato amianto, ma di tanti altri materiali, perlopiù di origine minerale, adoperati nella costruzione delle mura, così come nell’intonacatura, nei rivestimenti per interni e negli strati isolanti.

In questo modo si spiega anche la poderosa rimonta registrata dal legno negli ultimi due decenni: è stata proprio la spinta propulsiva data dalla progressiva affermazione dell’architettura sostenibile a dare il via a una vera e propria rinascita (commercialmente parlando) del più naturale dei materiali da costruzione nell’ambito dell’industria edilizia.

Tecniche per l’ottimizzazione delle risorse e la riduzione dei consumi

In seconda istanza, l’architettura ecosostenibile passa per l’utilizzo di tecniche di costruzione che garantiscano uno sfruttamento capillare delle risorse, un drastico abbattimento degli sprechi energetici e, di conseguenza, una consustanziale riduzione dei consumi. Un combinato disposto che, in ragione delle sue potenzialità in termini di risparmio economico, ha ottenuto un immediato quanto ovvio riscontro presso i potenziali acquirenti.

Anche in questo caso, esiste un elemento primario a fare da collettore e al tempo stesso da catalizzatore di tutti gli altri che concorrono a raggiungere tale scopo, ed è il perfetto isolamento termico dell’edificio. In questo ambito sono stati investiti i capitali più ingenti, portate avanti le ricerche più autorevoli, sviluppate le tecniche più avveniristiche. Ed è sui risultati ottenuti in tale settore che si sono poi innestati gli ulteriori dispositivi progettati per rendere la casa un ambiente sempre più prossimo all’autosufficienza energetica: dalle lampade a basso consumo elettrico ai pannelli solari e fotovoltaici, con questi ultimi che, sempre più potenti e sofisticati, garantiscono un considerevole approvvigionamento di energia a costo zero e immediatamente riutilizzabile.

Quando un edificio è ecosostenibile?

Per essere definito come esempio di green building , un edificio deve essere dotato di specifiche certificazioni sui materiali utilizzati per la sua costruzione, rilasciate dalle aziende produttrici degli stessi. Inoltre, tali materiali devono aver ricevuto il sigillo di garanzia dell’Unione Europea, che ne attesti la congruità rispetto ai parametri fissati dalla stessa in termini di biocompatibilità.

Questi parametri sono desunti sulla base di test specifici, che prendono in esame non solo le materie prime ma anche tecniche e modi di lavorazione.

Come ben noto, il livello di sostenibilità energetica di un’abitazione è espresso secondo una scala di valori che nel linguaggio comune sono denominati classi energetiche. Maggiore è la classe energetica, migliori sono le capacità performative dell’edificio in termini di ottimizzazione delle risorse, consumi e, in definitiva, riduzione dell’inquinamento.

In tale ambito, negli ultimi anni sono stati introdotti due nuovi termini di nomenclatura. Le classi Gold e NZEB (Nearly Zero Energy Building), infatti, stanno a indicare quelle abitazioni quasi totalmente autosufficienti in termini energetici, prossime a prescindere del tutto dall’erogazione di energia elettrica tramite le reti pubbliche in quanto il loro fabbisogno è coperto in larga parte o interamente da fonti rinnovabili, specialmente se autoprodotte. Tutto questo senza sacrificare l’abitabilità e il comfort. In poche parole, la perfetta casa ecosostenibile.




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